E' uno dei tesori di questa terra, una produzione tradizionale di cui gli agricoltori vanno fieri. Il miele della Valnerina, soprattutto quello prodotto in altura, possiede proprietà organolettiche e bouquet difficilmente riscontrabili in altre aree d'Italia.
Quando si parte per un viaggio è importante posare bene i primi passi. Se l'itinerario è quello del gusto in Valnerina, una buona idea può essere quella di partire dal miele. Questa scelta permette, infatti, di conoscere la mistica valle del Nera attraverso i volti di chi tuttora la anima e la vive tutto l'anno, conoscerne le storie, apprezzarne le voci e il modo unico di esprimersi.
Il miele della Valnerina è un millefiori molto ricco e delicato, con prevalenza di leguminose, la cui tradizione affonda le radici nell'apicoltura praticata dai monaci. E' una crema che si scioglie dolcemente in bocca, ed il cui gusto varia da luogo a luogo grazie alla particolare ricchezza dei prati che riforniscono di nettare le api.
Il legame di questa terra con il miele è rafforzato dal rapporto che Santa Rita da Cascia aveva con le api. Secondo la tradizione, quando Rita aveva appena cinque giorni cinque bianche api si avvicinarono alla sua culla e le entrarono in bocca, per poi uscirne senza pungerla, ma anzi lasciandole del miele sulle labbra. Nel frattempo un contadino stava rincasando dopo essersi ferito a una mano con la falce, durante il lavoro nei campi. Passando davanti alla casa di Rita, si avvide delle api e si diede a scacciarle agitando le braccia, per proteggere la piccola. E più scuoteva la mano più la ferita su di essa si rimarginava, fino a guarire completamente.
Dopo questo breve, primo passo nel viaggio fra i tesori della Valnerina, appare evidente come il miele sia molto più di una incredibile eccellenza di questo territorio: ne è una delle sue molteplici essenze, culinarie e culturali.